Sono felice di avere il tuo sangue, mi ha scritto mia figlia per il mio compleanno.
Radicale, come solo gli adolescenti riescono ad essere. Reale, perché i rapporti veri sono sempre questione di sangue. Più ci si ama, più ci si abbraccia, più ci facciamo male; e vedendoci sanguinare scopriamo di essere fatti della stessa materia: fragilità impastata a desideri immortali.
Oggi è la festa del padre, ma cosa significa essere padri? Innanzitutto il coraggio: coraggio di riandare a ciò da cui veniamo, perché ci siamo sorpresi incompleti; senza un luogo, senza qualcuno a cui fare ritorno non potremmo essere.
È questione di sangue a cui si appartiene. Di sangue da perdonare scoprendoci, infine, anche noi perdonati.
Un padre lancia fuori, verso l’origine delle cose; come i salmoni che nati nel fiume, dispersi nel mare, tornano al fiume per risalire tutto il suo corso fino alla fonte. Di più: un padre è sempre presente.
Da qualche settimana in televisione passa la storia di Manuel Bortuzzo, il nuotatore di 19 anni rimasto vittima per errore in un’aggressione nella periferia di Roma; non potrà più camminare. Mi sorprendono di lui il sorriso con cui racconta questa storia e il fatto che quando compare in pubblico non sia mai solo: nella sedia accanto c’è sempre suo padre. Risponde a un giornalista che gli chiede come riesca ad essere così forte e positivo davanti ad una tragedia che spezza la vita. Volta istintivamente la testa verso destra cercando quegli occhi che non lo mollano un istante e dice: da qualcuno devo pur aver preso.
È questione di sangue. Di sangue da lavare quando la vita fa male.
Di sangue da versare, quando le nostre mani non dovessero bastare; come sanno i miei amici che hanno deciso di non scappare da dove l’inferno sembrava immenso. Quelli che contro ogni logica apparente hanno trovato salvifico ardere d’amore nel fuoco di Aleppo, perché un padre non scappa nel momento in cui i figli vengono meno.
Di sangue da scaldare, perché il sangue è benzina che incendia la vita. Essere padri è testimoniare che fin dove si è ne vale la pena. Me lo insegna ancora oggi il mio, con la dedizione che mette in tutto quello che fa; con il sacrificio vissuto negli anni del lavoro. Con l’attaccamento continuo con cui guarda noi figli, immessi nel mare per un eterno ritorno.
Alessandro Vergni